Maria Antonietta, aveva una grande passione per i gioielli, soprattutto per le perle e i diamanti.
Poté disporre dei gioielli della Corona di Francia a seguito dell'incoronazione del marito.
Alcuni gioielli vennero modificati per lei secondo i suoi gusti.
Bernard Morel nel suo libro sulla storia dei gioielli della corona di Francia traccia una panoramica completa di quelli che furono le gioie delle regine.
Appena arrivata a Versailles Maria Antonietta ricevette l'intera collezione di gioielli appartenuta alla suocera, Giuseppina di Sassonia, per un totale di circa 1.600.000 livres, che si andavano ad aggiungere ai gioielli che la delfina portò da Vienna, il cui valore secondo il contratto di nozze si aggirava intorno ai 500.000 francs.
- una splendida parure in diamanti, il cui elemnto principale era un "piece de corps" montato dal gioielliere Leblanc. Si trattava di un enorme bustier da applicare nella parte anteriore del corsetto, spesso cucito direttamente sulla stoffa, le cui pietre sono disposte secondo motivi floreali, a ghirlanda, fiocchi, pendenti, secondo il gusto rocaille;
- una serie di broche dai nomi stravaganti: "Tailles-de-derrière", "epaulettes", "trousse-coté", "trousse-queue", "noeuds de manches", a seconda della funzione e del punto dove venivano applicate, per sostenere un velo, o un volant, o un drappo;
- un collier in diamanti a pendenti;
- un paio di orecchini a nodo pendenti;
- bottoni in diamanti che completavano la parure;
- un paio di orecchini e una spilla a fiocco portati da Giuseppina direttamente dalla Sassonia;
- un paio di girandole offerte da Luigi XV a Guseppina di Sassonia;
- un paio di braccialetti composti da 290 diamanti;
- un'aigrette di diamanti;
- una parure di diamanti e smeraldi e una di diamanti e rubini, composte entrambe da un centrale a fiocco;
- un paio di orecchini e un'aigrette;
- un ventaglio di diamanti, donato dal re a Maria Antonietta;
- un bouquet di rubini e diamanti;
- una broche a fiocco di smeraldi e diamanti e una di soli diamanti;
- un collier a sei fili di perle;
- un paio di braccialetti ognuno a sei fili di perle;
- un secondo paio di braccialetti a sei fili di perle, con chiusura in smalto blu circondato da diamanti;
- un terzo paio di braccialetti di perle con chiusura in smeraldi e diamanti;
- un collier di 23 grosse perle, la più piccola delle quali era "grossa come una nocciola" appartenuta a Anna d'Austria, e da allora ereditata dalle regine di Francia;
- un fermaglio a nodo da collo e un paio di orecchini a girandole in topazio di sassonia;
- diamante Regent;
- diamante Sancy;
- un paio di orecchini.
Il tutto era racchiuso in un cassettone di velluto cremisi lungo quasi due metri e alto novanta centimetri, diviso in scomparti foderati di seta celeste e forniti di cuscini della medesima stoffa e colore.
Con il tempo si aggiunsero altri gioielli:
Da un racconto di Mme Campan:
" Bohemer aveva riunito sei diamanti a forma di pera di una grandezza impressionante, perfettamente uguali e della più bella acqua. Bohemer raccomandato da diverse persone a corte venne a presentarli alla regina chiedendo 400.000 francs.
La regina non potè resistere al desiderio di comprarli. E siccome il re aveva portato a 100.000 scudi il fondo privato della regina, che durante il regno precedente era solo di 200.00 livres, la regina decise di pagare l'oggetto dal suo appannaggio, evitando di far pesare sul Tesoro l'acquisto di un oggetto così stravagante. Propose al gioielliere di sostituire le clips della parte alta del pendente con due dei suoi diamanti.
Bohemer accettò e ridusse il prezzo a 360.000 francs diviso in quattro o cinque anni
- un paio di braccialetti in diamanti a marquise, secondo un decoro a foglie, che costano alla regina 200.00 francs (cifra pagata poi dal re)
- un paio di braccialetti in diamanti a marquise, con decoro a foglie, che costarono alla regina 200.00 francs
- un paio di orecchini in diamanti offerti alla regina dal marito come dono in occasione del battesimo del secondo figlio.
Nel 1785 una lettera firmata dal re concede alla regina la proprietà di una parure in rubini e diamanti, precedentemente facente parte del tesoro reale. La regina fece smontare il gioiello e assieme ad un'altra parure appartenuta a Giuseppina di Sassonia fece comporre una parure più importante.
L'insieme dei gioielli si pensa ammontasse a più di tre milioni di franchi.
Ma la regina dove custodiva una tale tesoro?
Senza dubbio occorreva un portagioie degno di lei. Nel 1787 Jean-Ferdinand Schwerdfeger realizzò il famoso Serre-bijou
La città di Parigi gliene fece dono in segno di devozione.
Oggi è possibile ammirarlo in tutta la sua magnificenza nella stanza della regina presso la reggia di Versailles.
Gran parte dei gioielli di Maria Antonietta, dopo la rivoluzione sono andati depredati o perduti.
Elencherò di seguito quelli giunti a noi:
Quando arrivò in Francia, portò con sé questo diamante a forma di cuore, di colore grigio blu del peso di 5,46 carati montato su un anello. Esso rimase proprietà privata della regin e non entrò quindi a far parte dei gioielli della Corona, che vennero depositati nel 1791 alla Garde Meuble.
Poco prima dello scoppio della rivoluzione, Maria Antonietta diede l'anello alla principessa Lubomirska, una delle sue confidenti più intime.
Dopo la morte di quest'ultima, in assenza di un erede maschio, i suoi ingenti beni passarono alle quattro figlie, tre delle quali erano sposate con membri della famiglia Potocki.
Nel 1955 il diamante venne esposto alla mostra tenuta nel castello di Versailles intitolata
"Maria Antonietta, arciduchessa, delfina e regina".
Infine Christie's lo mise in vendita a Ginevra il 12 maggio 1983, ma in quell'occasione rimase invenduto.
Dopo essere stato esposto per anni in varie mostre, nel 1967 fu messo all'asta ed acquistato da una nobile famiglia polacca.
Attualmente e' nelle mani di un fortunato e ricco collezionista europeo che lo acquistò nel 1983 da Christie’s a Ginevra.
Questi orecchini di diamanti vennero donati a Maria Antonietta da Luigi XVI e si dice che la regina li indossasse quando venne arrestata mentre cercava di fuggire da Varnesse.
Smithsonian's National Museum of Natural History.
Collier appartenuto a Maria Antonietta, prezzo: 3.7 milioni di Dollari.
Collier con foggia a stella di gusto medioevale in oro giallo arricchito con rubini e grosse perle sulle punte.
In realtà solo le perle sono appartenute a Maria Antonietta che le diede, insieme ad altri gioielli della sua collezione personale, a Lady Sutherland, moglie dell'ambasciatore inglese, nella speranza di riaverle una volta conclusa la rivoluzione. Le perle non fecero più rientro in Francia e nel 1849 furono aggiunte ad un collier in occasione di un matrimonio e successivamente venduto da Christie's ad un compratore anonimo.
Collier con grandi diamanti appartenuto alla regina.
IL DIAMANTE HOPE
Il diamante Hope è un diamante di un insolito e profondo colore blu, del peso di 44,5 carati (8,9 grammi), attualmente custodito presso lo Smithsonian Institute di Washington.
Deve la sua notorietà non soltanto alla sua eccezionale bellezza, ma anche alla sua triste fama di porta sfortuna, tutti coloro che hanno potuto vantare il possesso della pietra sono tutti morti entro brevetempo e non di morte naturale ma per malattie, omicidio o suicidio.
- Fu acquistato nel 1688 da un mercante francese, Jean-Baptiste Tavernier (secondo altri fu lui stesso a disincastonarlo dall'occhio della statua di un idolo indiano, Rama-Sitra, scatenando l'ira della divinità che maledisse la pietra e tutti coloro che l'avessero posseduta).
Subito dopo esserne entrato in possesso, Tavernier fece bancarotta e tentò di ricostituire la sua fortuna partendo per l'India, ma non giunse mai a destinazione perché morì durante il viaggio.
- Successivamente passo' a Luigi XIV, che lo fece tagliare a forma di cuore e ne ridusse così i carati a 67,5 dagli originari 112.
- Luigi XV, come il suo predecessore lo sfoggiarono in numerose occasioni ma, pur avendo avuto entrambi vita abbastanza lunga (rispettivamente settantasette e sessantaquattro anni) morirono entrambi tra sofferenze atroci: Luigi XIV per cancrena a un piede e Luigi XV per un vaiolo di tale virulenza da causare l'inizio della decomposizione mentre il sovrano era ancora vivo.
- Fu donato a Maria Antonietta, che lo unì ad altre pietre preziose a formare una collana, sfoggiandolo in diverse occasioni ufficiali. Ma sia lei che il marito finirono decapitati. Il diamante fu rubato insieme ad altri gioielli ed oggetti preziosi.
- Passò poi nelle mani di un gioielliere che morì di infarto non appena la pietra gli fu rubata (secondo altri quando scoprì che il ladro non era altri che suo figlio).
- Il figlio del gioielliere, autore del furto, non appena seppe di essere la causa della morte del padre, si suicidò.
- Un suo amico, che aveva trovato il diamante tra i beni lasciati incustoditi, morì dopo pochissimo tempo.
La gemma passò rapidamente di mano in mano e giunse a Londra nel 1830, dove fu nuovamente tagliata, raggiungendo la forma ed il peso attuale di 44,5 carati.
- Il banchiere Hope pagò una cifra esorbitante per assicurarsi la gemma e battezzarla con il suo nome, ma quasi subito dopo aver ricevuto la pietra in casa i rapporti con sua moglie si deteriorarono e la coppia si divise.
- La donna, Mary Yohe, in carriera come cantante, cadde in miseria, mentre il banchiere si affrettò a liberarsi del diamante.
- Il proprietario successivo, Jacques Colot, impazzì e si suicidò dopo averlo venduto al principe Kanitowskij.
- Il principe Kanitowskij a sua volta morì atrocemente, linciato dai rivoluzionari russi.
- Neanche la ballerina alla quale il principe aveva regalato il diamante si salvò: fu uccisa dallo stesso principe in un raptus di gelosia.
- Ne entrò in possesso un gioielliere greco, Simon Matharides, che si sfracellò in un burrone prima ancora di ricevere materialmente la pietra.
- Il successivo proprietario fu il sultano Abdul Hamid, che dopo un anno dall'averlo acquistato fu deposto e impazzì.
- Cartier acquistò la pietra dal successore del sultano e la vendette a
- Edward Beale McLean, proprietario del Washington Post, che la donò alla moglie. Ne seguì di lì a poco un autentico bollettino di guerra: nell'ordine morirono la madre di McLean, due cameriere ed il figlio primogenito di appena 10 anni (investito da un'auto), mentre i coniugi McLean divorziarono. Seguì l'alcoolismo del marito che, unito a uno scandalo, lo distrusse definitivamente.
- La moglie Evelyn decise di sfidare la sfortuna e tenne il diamante per sé, continuando a indossarlo finché la figlia non si suicidò nel 1946 con i barbiturici (da notare che nel giorno del suo matrimonio aveva indossato il gioiello della madre).
- L'ultimo proprietario "privato" che abbia avuto tra le mani l'Hope è stato il gioielliere Henry Winston che donò la pietra allo Smithsonian Institute di Washington, dove è custodita tuttora, ed esposta al pubblico in una teca dotata di tutti i più moderni sistemi di sicurezza.
La fama di questo leggendario diamante e' tale da essere menzionato nel celebre film Titanic, di Cameron, utilizza un diamante delle stesse caratteristiche di colore e dimensioni che però finisce sul fondo dell'oceano.
Collana della regina indossata al Tempio. All'interno di ogni medaglione è conservata una ciocca di capelli intrecciata di ogni figlio. Il quinto medaglione, quello più grande, contiene i capelli del re
Fermaglio donato a Maria Antonietta da Luigi XVI nella speranza che non indossasse più tutti quei catafalchi di piume in testa. Nel donarglielo le disse:
"Vi prego di limitarvi a questo ornamento, di cui il vostro fascino non ha bisogno. Questo presente dovrebbe piacervi, dal momento che è composto da diamanti che possedevo quando ero un delfino"
Orecchini appartenuti alla regina, conservati Smithsonian's National Museum of Natural History
Si racconta che nel 1698 durante uno scavo a Golconda in India, uno schiavo trovo' un diamante da 410 carati quasi incolore, leggermente azzurro.
Lo schiavo rubo' il diamante, si inflisse una ferita alla gamba e avvolse la pietra tra le bende fuggendo verso la costa.
Lì, racconto' il suo segreto a un capitano di marina inglese, che gli offri la metà del valore della pietra in cambio di un salvacondotto per un paese libero. Ma durante il viaggio a Bombay, il capitano uccise lo schiavo prendendosi il diamante. Dopo aver venduto il diamante ad un commerciante indiano, il capitano dilapido' i proventi e, in un impeto di rimorso, si impiccò.
Nel 1702, la pietra venne venduta al governatore Thomas Pitt Madras.
Lo mando' in Inghilterra e lo fece trasformare in un cuscino a forma di brillante da 140,64 carati con il nome Pitt. Per il taglio ci sono voluti due anni ed un costo di circa £ 25.000. Vendere il diamante si rivelo' molto difficile. Pitt, per il timore di un furto, raramente dormiva nello stesso posto per due notti di seguito, trasferendosi continuamente e non mostrando mai a nessuno il suo tesoro.
Nel 1717, la gemma venne venduta a Filippo II, duca di Orleans, allora reggente di Francia.
Da allora, venne conosciuto come il Diamante Reggente (in francese Le Regent).
Questo diamante, insieme ai diamanti Sancy e Hope, vennero utilizzati al posto degli stessi gioielli "ufficiali" della corona francese, per mostrare ricchezza e potenza senza scomodare le insegne reali.
Il diamante Régent venne utilizzato da Luigi XV durante la sua incoronazione nel febbraio 1723, ma successivamente Maria Antonietta, lo utilizzò per adornare un cappello di velluto nero.
Nel 1792 venne rubato da Meuble Garde, ma rapidamente recuperato, nascosto in una fossa degli Champs Elysee.
Nel 1797, Napoleone fece montare la gemma sull’elsa della spada che portava alla sua incoronazione nel 1804.
Nel 1825 Carlo X portava il Regent alla sua incoronazione, rimanendo della Corona Reale fino al tempo di Napoleone III.
In seguito venne incastonato nel diadema progettato per l’imperatrice Eugenia, in quanto secondo l’usanza le regine di Francia non sono incoronate.
Molti dei Gioielli della Corona di Francia furono venduti all’asta nel 1887, ma il reggente venne esposto al Louvre tra i tesori nazionali. Nel 1940, quando i tedeschi invasero Parigi, venne inviato a Chambord, dove fu nascosto dietro ad un pannello di pietra.
Dopo la guerra, tornò a Parigi e messo in mostra nella Galleria Apollon del Museo del Louvre.
Collana in perle,di proprietà dell'ereditiera Barbara Hutton e appartenuta alla Regina Maria Antonietta.
Il magnifico serracollo, di grande valenza storica , venne indossato da Madame Hutton in occasione del suo primo matrimonio col principe russo Alexis Midvani nel 1933. Si compone di 40 perle dal colore bianco e madreperlaceo, la cui grandezza diminuisce gradatamente fino ad arrivare al grande turchese rettangolare dal taglio caboschon, circondato da 16 piccoli diamanti