domenica 2 febbraio 2014

Tratto dalle memorie di Rose Bertin. . . .


Quattro giorni fa ero alla toilette di Monsignore, dove si trovavano i signori di Conflans, di Louvois, d'Entraignes; questi signori vantavano le loro prodezze quando il signor di Conflans chiese al signor duca de Chartres a che punto fosse con voi: " Non faccio alcun progresso, rispose irritato Sua altezza " E voi non prendete provvedimenti?" disse il signor di Louvois  "Bisognerà che mi decida, avrei preferito che avvenisse con il consenso della giovane; ma siccome non bisogna avvezzare queste ragazzine a resistere, sarà bene dare l'esempio". "Monsignore, Vostra altezza farà molto bene".
Questi giovanotti condizionavano il comportamento del duca, erano loro ad averlo persuaso a tenere a Neuilly quella che chiamavano una PETITE  MAISON, e il cameriere del duca de Chartres, veramente troppo onesto per servire un tale padrone, mi informò che in quella casa si trascinavano giovani sole, come me, che non erano riusciti a sedurre. Poi abbassando la voce aggiunse: "e lá si tengono grandi orge; prendete dunque tutte le precauzioni possibili per preservarvi da una tale disgrazia".
Sconvolta da quella rivelazione, non sapevo a che partito votarmi. 
È tutte le volte che Mademoiselle Forgel mi mandava la sera a consegnare il lavoro, tremavo, immaginando che qualche vile emissario agli ordini del duca mi saltasse addosso, quando meno me l'aspettavo.
Un giorno recandomi da Madame la contessa di Husson, riflettevo tristemente sulla sventura delle giovani che i potenti calpestano senza pietà. 
Feci in tempo ad arrivare che fu annunziato il duca de Chartres.
La contessa, ligia all'etichetta, si alzò e andò verso il salotto per ricevere Sua altezza. Madame la contessa mi fece segno d'alzarmi ed io feci finta di niente, restando immobile. Spazientita, la contessa mi disse: "Mademoiselle Rose, dimenticate che siete dinanzi a Sua altezza". " No Madame, vi assicuro che lo ricordo benissimo". " Eh, ma allora perché vi comportate così? "." Ah! È perché la signora contessa non sa che, se io volessi, stasera sarei la duchessa de Chartres". Il duca fu colpito dal mio ardire, che proveniva soltanto dalla stima che avevo di me stessa; cambiò colore e non rispose nulla. 
"Si Madame, mi si è offerto tutto ciò che può indurre in tentazione una giovane povera e, poiché ho rifiutato, mi si minaccia niente meno di rapirmi.
Così, signore mie, se mancano i vostri graziosi cappellini, se nessuna acconciatura è pronta e vi dicono che la povera Rose è scomparsa, chiedete a Monsignore, e lui saprà dove si trova".
 Rispose il duca: " Non si può fare diversamente quando si tratta di domare una ribelle, e non credo d'esser biasimevole per desiderar di conquistare le grazie d'una persona così amabile".
"Oh, siete proprio nel giusto, Monsignore", aggiunsi io senza un attimo di esitazione, " a preferire una modista alla vostra augusta consorte, principessa che unisce in se le qualità più amabili e stimabili. Dunque che Monsignore non dimentichi il suo rango, e io rammenterò l'enorme distanza che c'è tra lui è me".
Dicendo queste parole mi alzai in piedi e feci un profondo inchino al duca; lui mi si accostò per dirmi a mezza voce: " Siete un vero serpente ". È da quel giorno né lui né alcuno dei suoi emissari osarono parlarmi.